Dossier AADI, contro il BUR Lazio che istituzionalizza il demansionamento
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- Scritto da Franco Ognibene
- Categoria: Leggi, normative e CCNL
Il file presenta un analisi dettagliata degli articoli incriminati di favorire il demansionamento infermieristico e l'AADI non molla.
Il dossier è interessante e scaricabile dal LINK diretto o dall'home page http://www.aadi.it/.
Le eccezioni che l’A.A.D.I. intende sollevare sono, quindi, di tre tipi:
1. violazione di legge ex art. 2103 C.C.
in quanto ogni professione, arte e mestiere è una cultura ed una scienza a sé. Autonoma, capace di interagire con altre professionalità, detiene delle capacità e degli strumenti dell’agire propri. Non si può eguagliare sul piano formativo e professionale l’infermiere all’O.S.S., all’O.T.A. e addirittura a “ p e r s o n e c o n d o c u m e n t a t a esperienza” quando per svolgere la professione di infermiere è richiesto il diploma di laurea e un aggiornamento continuo in medicina. La regola è semplice: ognuno deve svolgere esclusivamente le proprie mansioni, non potendo certamente svolgere con diligenza e perizia, ruoli che non conosce. Arrangiarsi non è sinonimo di qualità, lo è invece il saper fare il proprio lavoro. Per comprendere al meglio i diversi ambiti in cui operano l’O.S.S., l’infermiere e l’educatore professionale, si allegano i rispettivi profili;
2. violazione della regola gerarchica (es. DPR 10.01.1957 n. 3)
in quanto ci sarebbero seri conflitti tra i diversi livelli professionali se si permettesse che un livello funzionale e retributivo inferiore nella scala gerarchica comandasse quelli superiori. Un O.S.S. non può disporre, organizzare ovvero coordinare infermieri laureati quando nella classica declaratoria funzionale pubblica e privata l’O.S.S. è collocato ben 2 categorie e 7 fasce sotto l’infermiere;
3. violazione della regola didattica e giuslavoristica che imporrebbero il ruolo del responsabile, che le delibere definiscono del coordinatore che gestisce il personale e conduce la struttura sul piano economico e funzionale, nella figura di un coordinatore che abbia conseguito un master in coordinamento infermieristico e non un diplomato, con tutto rispetto, uscito magari da un istituto musicale con evidenti difficoltà gestionali.